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Paola Sartori

Giardino emozionale: come si realizza e quali sono i benefici


Il Giardino emozionale, che cosa si intende con questa definizione? Ha una funzione particolare? Da queste domande partiremo per approfondire il tema, conoscere meglio che cosa si intende per giardino emozionale, quali sono le sue origini e come realizzarlo. Scopriremo i vantaggi e i benefici derivanti dal prendersi cura di un tale spazio verde.

Possiamo definire il giardino emozionale come una derivazione del giardino zen, una sorta di "oasi" dove l'arte del giardinaggio si trova in simbiosi con la meditazione ed il ritrovamento della pace interiore.

Le emozioni rappresentano da sempre il motore della nostra vita e, positivi o negativi che siano, ci conducono verso i nostri obiettivi e ci indirizzano nelle scelte. Gli stati dell’anima sbocciano dal profondo e sono assolutamente ed esclusivamente personali, sono la base della nostra spiritualità ed è proprio sul nostro trasporto emozionale che riusciamo a poggiare amori e religioni.

La natura con il suo essere incontaminata è da sempre uno dei veicoli più efficaci per suscitare in noi le forti emozioni, regalandoci sensazioni innate che vengono scolpite nella nostra coscienza.

È in tal senso che un giardino emozionale diventa una specie di angolo personale di relax, all’interno del quale, l’uomo riesce a connettersi profondamente con questo spazio verde, lasciandosi avvolgere dalla calma e dalle emozioni positive che scaturiscono al suo interno.

Un luogo in cui perdersi, tra linearità dinamiche e tracciati sinuosi, che ci fa immergere in una dimensione straordinaria e senza tempo e che svela simbolismi antichi e centri energetici, che vengono creati attraverso geometrie ed ambientazioni suggestive e che rappresentano gli elementi fondamentali della natura: acqua, terra, fuoco e aria.

Durante il corso del tempo dai classici giardini zen si è assistito alla nascita degli odierni giardini emozionali, che molti aspetti hanno in comune con i primi ma presentano anche delle caratteristiche che li rendono decisamente unici nel proprio genere.




Origine e diffusione del giardino emozionale

Il giardino emozionale, come quello zen, discende dal concetto orientale dei giardini di tipo karesansui, la cui collocazione tipica era all’interno dei luoghi di culto buddisti.

Per la cultura giapponese il giardino, come espressione della natura, ha sempre avuto un’importanza molto rilevante perché veniva considerato un luogo di meditazione dove trovare la pace interiore: questi spazi verdi nacquero infatti per aiutare i sacerdoti a comprendere meglio lo zen.

Le loro origini sono antichissime, risalgono ai tempi dello Shintoismo Giapponese ed hanno risentito nel corso del tempo dell’influenza della filosofia Cinese del Buddhismo e dell’Induismo, importati nel 552 d.C. Si ritiene che il primo giardino Zen sia nato nell’Isola di Honshu, un’isola centrale del Giappone, che era ricca di paesaggi naturali bucolici come cascate, laghi, ruscelli, spiagge pietrose, cime vulcaniche e numerose specie di piante e fiori.


Secondo un'antica leggenda Shintoista Cinese, esistevano cinque isole montuose, collocate sul dorso di un’enorme tartaruga marina, abitate da otto Immortali, ognuno dei quali volò dalla propria casa sul dorso di una gru.

Nella cultura giapponese invece, le cinque isole sono unite in una sola e perfetta isola montuosa, chiamata Monte Horai e dove, legate all’antica leggenda ed all’interno dei giardini Zen, le pietre assumono la forma di tartarughe ed aironi. In questo tipo di giardino viene messo da parte ogni tentativo di decorazione, proprio per favorire la meditazione ed il senso di pace di chi se ne prende cura.


Il termine "giardino zen" apparve per la prima volta nel libro del 1935 di Loraine Kuck intitolato One Hundred Kyoto Gardens, mentre il primo uso del termine in lingua giapponese non apparve su stampa fino al 1958. Questo perché l’espressione “Giardino Zen” viene visto da queste culture come un’invenzione puramente occidentale, anche se, per riuscire ad essere compresi, gli stessi orientali iniziarono ad utilizzare questo termine come sostantivo generico.

In Oriente, per indicare la tipologia di giardino dove poter rendere vive le proprie esigenze emozionali e mettere in connessione le condizioni della propria anima con la natura, si utilizza, come dicevamo prima, il termine karesansui che significa “giardino di pietra”, indicando così la mancanza dell’acqua in questo spazio verde che invece può essere presente in un giardino zen moderno.


Questi karesansui sono nati all'interno dei palazzi nobiliari shinden zukuri di Kyoto nel Periodo Heian (794-1185) ma non erano stati ancora codificati come spazi a sé stanti ed venivano inseriti in contesti più ampi che contenevano anche l'elemento acqua: erano quindi una delle svariate porzioni di un giardino e non un giardino in sé.




H2: Come realizzare un giardino emozionale

Nel pianificare un giardino emozionale, colui che realizza il progetto deve tenere innanzitutto conto di quali saranno i destinatari di questo spazio verde, al fine di stabilire quali elementi non dovranno mai mancare per garantire ai suoi fruitori un’esperienza di alto livello.

Discendendo dai karesansui, nel giardino vengono formati dei percorsi, creati appositamente, utilizzando forme e geometrie suggestive, che rappresentano i quattro elementi fondamentali della natura: acqua, terra, fuoco e aria.


Per fare ciò, vengono utilizzati alcuni componenti fondamentali come le rocce e la ghiaia che sono sistemati in posizioni strategiche in modo da simboleggiare il ruolo di isole e montagne: si posano le rocce su un letto di ghiaia, rastrellandola per trasmettere la sensazione di acqua che scorre. Nel creare un giardino emozionale non è importante la grandezza dello spazio, anche perché, per ottenere un effetto adatto a dei momenti di intimità con sé stessi, è meglio avere un ambiente che risulti raccolto.

Per questo quelli che non hanno a disposizione uno spazio verde esterno, possono realizzare degli splendidi giardini sulle terrazze del proprio palazzo, potendo contare magari anche di panorami mozzafiato. In origine i giapponesi per creare le varie tipologie di giardini utilizzavano soprattutto dei materiali naturali come il legno, il bambù, le rocce, i sassi e il muschio, enfatizzando poi le forme delle piante e degli alberi e i vari colori del fogliame. Per il karesansui, come dice la sua stessa parola, l’elemento essenziale sono le pietre, le rocce, che vengono posizionate in maniera precisata, con un determinato colore e con dimensioni definite, in modo tale da poter trasmettere pace ed armonia.


Quando si costruisce questo giardino di pietra, karesansui, è necessario prima di tutto modellare il terreno come se fosse la base di una montagna o la collina di un campo, poi si passa a sistemare le pietre levigate, a seconda della loro forma e dell’uso previsto. La prima forma da posizionare, ed anche quella più importante, è quella più alta, a cui piano piano si aggiungono le altre, orizzontali, piatte, rotonde, quelle che riflettono una piccola collina ed infine le altre appoggiate diagonalmente. Perché ogni cosa abbia però un suo rilievo adeguato, prima di passare all’azione, è preferibile pianificare il giardino su carta, realizzare un disegno dove ogni elemento trovi la sua giusta collocazione, in quanto, ricordiamolo sempre, ogni parte del giardino deve avere un suo significato simbolico ben preciso.



Quali sono i vantaggi

Per comprendere meglio quali siano, per un essere umano, i vantaggi di uno spazio verde così concepito, è indispensabile conoscere la simbologia che ciascun elemento di un giardino emozionale esprime.

Il vero fulcro della meditazione nel giardino giapponese zen sono le isole che rappresentano l’immortalità, la longevità e la salute. Molti giapponesi hanno l’abitudine di sistemare nei loro giardini delle singole rocce che rappresentano le montagne e due antichi simboli tradizionali che nella loro cultura indicano appunto la longevità: testuggini e gru.


Queste isole sono anche intese come isole di pensiero e, per la loro cultura, anche il loro numero assume un ruolo fondamentale, perché non devono mai essere pari e mai quattro, in quanto questo ideogramma è simile a quello della morte. Le rocce vengono anche qualificate in accordo al terreno, montagna, fiume, valle e costa, perché il loro significato dipenderà anche da dove sono state raccolte. Nella maggior parte di questi giardini c’è l'assenza dell’acqua che spesso viene rappresentata dalla ghiaia, rastrellata a disegni che ne simulano il movimento e la luce. Se invece una pietra è circondata da fiori, un caso raro, in quanto, come abbiamo visto, questi giardini sono prevalentemente “secchi”, essa rappresenta una divinità.


Espressione dell’armonia dell’uomo con la natura, il giardino giapponese è un’oasi verde simbolica ed è naturocentrica, a differenza del giardino occidentale che viene definito antropocentrico, asimmetrico e solo apparentemente casuale.

Perché in realtà ogni suo elemento esprime un concetto e quelli che non possono mai mancare sono innanzitutto la sabbia, solitamente di granito bianco, che ha il compito di dare luce alle zone vicine e che, come già accennato, viene intesa come rappresentazione dell’acqua e rastrellata in modo ondulato, secondo precisi disegni che ne simulano il movimento.


In un’ottica estremamente minimale tipica del Buddismo Zen, sono poi sempre presenti le rocce, simbolo di montagne e di isole che si innalzano dall’oceano; queste rocce, simbolo di longevità e salute, sono anche sinonimo di solidità, consistenza e stabilità e, allo stesso tempo, devono mostrare i segni del tempo, all’interno di un ambiente in continuo mutamento.

A questi elementi fondamentali venne aggiunto in un primo tempo solo il muschio perché questo giardino doveva rappresentare la semplicità ed essendo concepito come luogo di riflessione, pace interiore e serenità d’animo, non c’era spazio per ornamenti che potessero distrarre l’uomo da questi momenti di meditazione. Solo ultimamente nei giardini moderni sono state inserite altre specie vegetali e ornamentali, come piante, bonsai e soprattutto l’elemento acqua, sempre bandita.



Benefici nel prendersi cura del giardino emozionale

Ma quali possono essere i benefici nel prendersi cura di un giardino emozionale?

Curare questo spazio verde ha il potere di ridurre l’affaticamento psichico e portare un refrigerio alla mente.

Vivere la natura significa distrarsi dalle proprie preoccupazioni quotidiane: pensiamo per esempio a quanto possa essere inebriante farsi affascinare e travolgere da un bel paesaggio, visto che, guardandolo, non bisogna fare alcuno sforzo di concentrazione che invece si rende necessario, per non essere travolti dalla vita di tutti i giorni.


E’ scientificamente provato che la natura diminuisce lo stress e l’ansia, procura un conforto sul piano psicologico ed i giardini emozionali, presentandosi armoniosi e ben curati, servono proprio a ridurre le preoccupazioni: sono simili a degli spazi curativi dove rilassarsi e rifugiarsi, che sono attraenti per la mente umana che da sempre è predisposta ad apprezzare il bello e il senso di armonia. Infonde benessere, è un luogo dove è possibile utilizzare i cinque sensi e scaricare la mente dalle emozioni negative e, scoprire e percorrere luoghi e sentieri di questo giardino, avrà il potere di stimolare e suscitare emozioni ma soprattutto favorirà la scoperta del proprio io, all’interno di uno spazio che ci farà sentire protetti.


Oltre ai vantaggi di chi lo frequenta e lo utilizza, esistono dei benefici anche per chi se ne prende cura, perché si trova di fronte a entità come le piante che sono vive e, se non sono curate, possono morire. Questa consapevolezza di avere tra le mani la sorte di un organismo che può vivere grazie a noi, ci crea un senso di responsabilità molto accentuato che finisce per occuparci la mente e ci distoglie dalle preoccupazioni della vita quotidiana. Apparteniamo ad una società sempre più urbanizzata e regolata dalla tecnologia in cui siamo assorti quotidianamente da spirali di preoccupazione, per il lavoro, la famiglia e tutto ciò che ci circonda: in questo contesto connettersi con la natura e focalizzarsi sulla manutenzione di qualcosa di fisico ha un enorme impatto sulla salute mentale e aiuta l’essere umano a rilassarsi ed a concentrarsi solo sugli aspetti importanti della vita, lasciando da parte gli stress inutili.

Ecco i motivi per cui sempre più persone vengono affascinate dalla voglia di provare questa esperienza e di beneficiare dei giovamenti che un giardino emozionale può offrire: ha il grande potere di infondere benessere e noi di questa energia positiva abbiamo tanto bisogno.

Dal canto nostro possiamo offrirti una vacanza immersa nel verde ricco d'acqua di Villa Solatia.









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