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Paola Sartori

Cosa vedere a Vicenza e dintorni in due giorni

Aggiornamento: 26 ott 2022

Cosa vedere a Vicenza e dintorni in due giorni: abbiamo organizzato un itinerario che ti permetta di visitare la città a piedi in un solo giorno e nel secondo visitare i dintorni. Vicenza è conosciuta come la città del Palladio e, per questo, il percorso ti permetterà di vedere le architetture palladiane più belle nel centro città e alcune di quelle situate nella provincia più vicina e facilmente raggiungibile.

Tra un’opera d’arte ed una bellezza architettonica ti consigliamo anche alcune prelibatezze eno-gastronomiche, che ti faranno scoprire questa piccola città veneta anche da prospettive inedite.

Vicenza è una delle città più antiche del Veneto, la leggenda vuole che sia stata fondata dagli Euganei e, fino all’annessione all’impero romano nel 157 a.C., fosse sotto il dominio dei Galli.


Come le altre città venete, nel corso dei secoli godette di vari periodi di prosperità, soprattutto nel Cinquecento sotto la dominazione della Repubblica della Serenissima, quando vennero edificati magnifici monumenti architettonici dovuti, in gran parte, ad Andrea Palladio ed ai suoi discepoli. Passò prima sotto la dominazione francese e poi sotto gli austriaci contro cui insorse nel 1848 e fu annessa al Regno d’Italia nel 1866.


Nella Prima Guerra Mondiale, Vicenza, nonostante fosse stata dichiarata “zona di guerra”, non subì danni ingenti, cosa che avvenne invece nella seconda guerra quando fu colpita e disastrata gravemente da 12 bombardamenti angloamericani che distrussero e danneggiarono molti monumenti ed edifici del centro storico. Nel dopoguerra, come tutto il nord est, ebbe un forte sviluppo economico ed industriale che ne fecero una delle città più ricche d'Italia.

Nel 1994 venne nominata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità per “i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio che hanno esercitato una forte influenza sulla storia dell'Architettura, dettando le regole dell'urbanesimo nella maggior parte dei paesi europei e del mondo intero”.

La maggior parte dei monumenti e degli edifici storici è sempre aperta nei week end mentre gli orari di visita durante la settimana dipendono dalle singole strutture.

Assolutamente imperdibile è il Mercato dell’Antiquariato, del Collezionismo e del Vintage che si tiene ogni seconda domenica del mese. Sulle bancarelle, che attraversano le vie e le piazze principali della città e che dal centro storico arrivano fino alla stazione dei treni, puoi trovare libri, mobili antichi, gioielli e capi di abbigliamento.

Inoltre, prima di iniziare a vedere le bellezze architettoniche della città, ti consigliamo di acquistare la Vicenza Card negli Uffici IAT, una tessera cumulativa con cui potrai visitare più musei e palazzi.




Cosa vedere a Vicenza in un giorno a piedi

La stazione di Vicenza è a ridosso del centro storico e la città è dotata di comodi e strategici parcheggi disposti intorno alla parte storica e anche in prossimità della stazione.

Iniziamo quindi il nostro itinerario partendo a piedi dalla stazione o dal parcheggio della stazione o di Viale Verdi.

Prima tappa Giardini Salvi, perpendicolari alla stazione in fondo a Viale Roma.

All’interno trovi la Loggia Valmarana, commissionata da Gian Luigi Valmarana che la fece costruire per farla diventare un punto d'incontro di intellettuali, accademici e personalità dell’epoca.

Si trova nella parte orientale del parco e fu edificata nel 1591 da un allievo del Palladio, seguendo alcuni progetti del Maestro che si rifacevano alla struttura di un tempio esastilo di ordine dorico a cinque fornici.

I Giardini Salvi invece sono un parco pubblico inaugurato nel 1592 che copre un’area compresa tra Corso Palladio e il corso della Roggia Seriola.

All’interno del parco, oltre alla Loggia Valmarana, patrimonio Unesco, si può ammirare nella parte occidentale la Loggia Longhena, di fattura seicentesca.


Ideato come giardino all’italiana, questo parco nell'Ottocento venne trasformato in un giardino all'inglese. Rimase chiuso per un paio di secoli e riaprì solo nel 1909.

Riqualificato agli inizi degli anni Duemila, oggi è un posto dove rilassarsi e godere del verde delle antiche piante che si mescolano con le architetture antiche.

Come spesso accade nelle aree verdi in prossimità della stazione, non è sempre splendidamente frequentato, quindi goditi questo elegantissimo parco ma non rilassarti troppo, potrebbero accadere fatti spiacevoli e inaspettati.

Ora lasciati alle spalle il Giardino e volgi lo sguardo alla tua sinistra, vedrai l’antica Porta Castello con il Torrione eretto nel XII° secolo, ora visitabile.

La piazza, oltre la Porta, è dominata dalla statua del Garibaldi, avrei tante cose da raccontarti ma mi soffermerò su l'incompiuto palazzo Porto di Vincenzo Scamozzi, progettato sul disegno del Palladio e che vedrai sulla tua destra.


Visitare il centro di Vicenza: lungo Corso Palladio

Lasciati alle spalle Porta Castello e prosegui su Corso Palladio, lungo il corso sia a destra che a sinistra vedrai palazzi importanti che testimoniano la ricchezza e la storia delle famiglie aristocratiche vicentine.

Proseguendo verso est lungo Corso Palladio, dopo aver incrociato Corso Fogazzaro, sulla destra troverai Contrà Cavour che ti porterà direttamente in Piazza dei Signori.


Questa Piazza nel cuore della città è considerata "Il suo Salotto mondano, sociale e commerciale” ed, insieme alla Basilica, è un po’ il suo simbolo.

È stata un foro romano ed un centro di incontri d'affari e commerciali.

Durante la dominazione della Serenissima, qui risiedevano il Podestà e il Capitano, i rappresentanti della Signoria di Venezia in città e fu per questo che venne chiamata Piazza dei Signori.

Arrivando nella piazza noterai le due colonne che reggono il Leone di San Marco e il Redentore. La prima venne innalzata nel 1464 mentre nel 1640 venne costruita la colonna con la statua del Cristo Redentore. Se ti affacci sulla piazza, potrai ammirare sia la Torre Bissara, alta 82 metri, che, con il suo ingegnoso orologio, oltre a segnare le ore, indica anche le fasi lunari sia la Chiesa di San Vincenzo con la sua facciata barocca, dove all’interno rimarrai senza parole davanti al gruppo marmoreo raffigurante la “Deposizione” di Orazio Marinali.

Sull’altro lato invece trovi la Loggia Bernarda o più semplicemente il Loggia del Capitaniato, progettato dal Palladio nel 1565, sede del consiglio comunale e visitabile solo dall’esterno. Di fronte al palazzo la Basilica Palladiana, che venne progettata dal Palladio sul preesistente Palazzo della Ragione, aggiungendo alla precedente costruzione gotica ancora ben visibile sotto le arcate palladiane, le celebri logge in marmo bianco a serliane.

Patrimonio Unesco nel 1994, ricevette nel 2014 gli onori e la promozione a monumento nazionale.

Su prenotazione puoi accedere all'area Archeologica di Corte dei Bissari nei sotterranei della basilica e a quella al Museo del Gioiello, oggetto antichissimo la cui manifattura è profondamente radicata nella cultura vicentina.


Per riprendere fiato, magari sorseggiando uno spritz, il tipico aperitivo veneto, ti consiglio di fermarti nello storico caffè Garibaldi. Se invece lo spritz lo vuoi bere in un’antica osteria devi spostarti di qualche passo e recarti in Contrà Fontana all'osteria “L'ombra al Campanile”, vicino al Palazzo delle Poste Centrali e a lato del Duomo.

Questa osteria esiste da tre secoli e, oltre allo spritz o ad un buon bicchiere di vino dei nostri colli, sono mitici gli spunciotti con il baccalà oppure con il salame o con la sopressa vicentina.

Dall’osteria puoi visitare subito Torre Loschi e recarti verso Ponte San Michele, passando per la casa del Pigafetta, ed ammirare il Ponte Romano o viceversa ovviamente.

Goditi le viuzze della Vicenza antica, alza lo sguardo e guarda le case e le terrazze sui tetti, dove le vicentine esponevano la capigliatura a schiarire, di nascosto da sguardi indiscreti. Ti consiglio di proseguire, ritornando verso la Basilica e passando per la storica Piazza delle Erbe, per poi procedere per Piazza Biade alle spalle delle due colonne di Piazza dei Signori.

Attraversa Contrà Santa Barbara per rimetterti in Corso Palladio e percorrere l’ultimo tratto che ti porterà al Teatro Olimpico.

Lungo tutto il percorso vedrai palazzi storici e chiese, ognuna con le proprie storie da raccontare e, tra queste, vorrei segnalarti particolarmente Palazzo Leoni Montanari, il Chiosco di Santa Corona, Palazzo Chiericati e il Teatro Olimpico.

Se ti rimane del tempo e dell’energia, al ritorno visita Corso Fogazzaro, la Chiesa ed il Chiosco di San Lorenzo e prosegui fino alla Porta di Santa Croce.



Cosa vedere a Vicenza e dintorni in auto

Palladio progettò 24 ville e la maggior parte di esse sono sparse nella provincia di Vicenza, c'è l’imbarazzo della scelta nel creare un itinerario per il secondo giorno.


Nel corso del Cinquecento, Palladio venne incaricato dall'aristocrazia veneziana di progettare chiese, palazzi ma soprattutto ville che fossero, nello stesso tempo, luoghi produttivi ed espressione della ricchezza e della magnificenza dei proprietari.

Il Maestro ideò quindi delle residenze che avessero tutte un corpo centrale, dove soggiornava la famiglia padronale, il cui potere era espresso dai meravigliosi affreschi, ricchi di decori e di preziosi stucchi; accanto ai saloni per i ricevimenti e le stanze private della famiglia, il Palladio realizzò anche degli ambienti dove si potesse studiare oppure dove il padrone di casa potesse curare i propri affari.

Ai lati di questo edificio centrale vennero sistemate le “barchesse” che accoglievano gli ambienti lavorativi e gli alloggi dei lavoratori e tutt’intorno venne creato un enorme spazio verde che si divideva solitamente in due parti, una concepita come un vero e proprio giardino per permettere ai proprietari e ai loro ospiti di passeggiare in totale tranquillità e l’altra creata invece per essere luogo di produzione agricola.

Uscendo fuori da Vicenza la prima villa veneta che si incontra è Villa Trissino in località Cricoli: questa dimora, edificata nel 1538, non è opera del Palladio ma è l’inizio del suo mito, perché è durante la costruzione di questa villa dove iniziò a lavorare come scalpellino che venne notato dal suo mentore, Giangiorgio Trissino, che ne intuì il talento e lo trasformò in architetto, introducendolo poi nell’aristocrazia del tempo.

Questa dimora fu il risultato di una ristrutturazione di un edificio preesistente progettata dallo stesso Giangiorgio e anche il primo esempio di questa nuova cultura costruttiva fondata sulla riscoperta dell'architettura romana antica e che diventerà poi il marchio di fabbrica del sistema progettuale palladiano.

Dopo ci saremmo proprio noi, Villa Solatia, all’origine Villa Muzani iniziata nel 1563 su progetto di Andrea Palladio donato all’amico Giacomo Muzani, se non fosse che storia e alterne vicissitudini ne hanno trasformato l’assetto originale.


La dimora palladiana della provincia più vicina a Vicenza è Villa Caldogno, legata storicamente a Villa Solatia perché Doristella Muzani era sposata con il Conte Losco Caldogno.

Fu commissionata dal Conte Losco su consiglio del cognato e la Villa venne edificata su di un edificio preesistente.

Fu progettata con una planimetria semplice e lineare, per poter usufruire delle murature appartenenti alla precedente costruzione, in quanto si trovavano strategicamente tra due corsi d'acqua, così che il Palladio in questa Villa potè costruire un sistema idraulico affinché ci fosse l’acqua corrente in Villa. Il restauro del 2016, mostra intatto uno dei pochissimi sistemi idraulici del ‘500 di canalizzazione per uso domestico delle acque che, convogliate, defluiscono poi nella grande vasca circolare, ora visibile all’esterno della Villa.

La Villa è tutt’oggi interamente affrescata, le raffigurazioni vennero fatte da Antonio Fasolo e Giambattista Zelotti, due dei migliori allievi di Paolo Veronese e sono la fotografia delle usanze e dei costumi dell’aristocrazia vicentina nell’epoca del Rinascimento.

Durante la seconda guerra mondiale, dietro le Barchesse, fu costruito un Bunker dal Comando tedesco che occupava la Villa, ora visitabile.


Un’altra dimora palladiana non molto lontana da Vicenza è Villa Valmarana Bressan a Vigardolo costruita tra il 1542 e il 1546 che, rispetto ai primi progetti, rappresenta un’evoluzione del pensiero architettonico del Palladio e che, nella sua realizzazione, si avvalse delle esperienze appena compiute durante il viaggio a Roma, fatto nell’anno precedente all’inizio della costruzione insieme a Trissino.

Venne commissionata al Maestro da due cugini, per cui fu edificata con due appartamenti distinti e simmetrici, accessibili dal salone posteriore e con una loggia frontale in comune.

Oggi purtroppo delle decorazioni interne, situate sulle pareti, restano solo alcuni frammenti.






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