top of page

TREVISO, LA PICCOLA VENEZIA

UNESCO, CITTà, MUSEO

TREVISO

Distanza da Villa Solatia

94.7

chilometri

Durata consigliata escursione

1 Giornata

Più intima e raccolta rispetto alle altre importanti città del Veneto, Treviso è situata poco lontana da Venezia, in una zona ricca di risorse idriche.
Proprio per questo viene definita da molti la piccola Venezia, con cui condivide scorci caratteristici e la storia del passato.
Tra le varie popolazioni, che abitarono questi luoghi, ci furono i Celti e più tardi, i Romani. Divenne un “municipium” romano ed ebbe un periodo di grande prosperità che continuò anche sotto la dominazione dei Goti, dei Longobardi e dei Carolingi.
Distrutta dagli Ungheresi nel 911, la città ebbe la forza di rialzarsi e di ricevere nel 1164 lo statuto di un libero comune.
Fu la prima città veneta ad aderire nel 1339 alla Repubblica ducale di Venezia, periodo in cui ebbe grande stabilità ed agiatezza.
Dopo essersi assoggettata alla dominazione francese ed austriaca, divenne nel 1866 una città del neonato Regno d’Italia e accolse con grande esultanza Giuseppe Garibaldi. Nonostante nella Grande Guerra Treviso fosse solo una città di retrovia, sede dell'Intendenza dell'Esercito e centro ospedaliero di ricovero dei soldati feriti, subì diversi bombardamenti e molti trevigiani furono costretti ad emigrare nelle altre regioni italiane. Sorte peggiore ebbe la città nella Seconda Guerra Mondiale, quando venne quasi completamente distrutta dai bombardamenti dell'aviazione statunitense. Dopo la fine della guerra, iniziò la ricostruzione della città e dei suoi palazzi storici.

PIAZZA DEI SIGNORI: PALAZZO PODESTÀ, DEI TRECENTO E TORRE CIVICA

Ci sono luoghi di Treviso come la Piazza dei Signori ed i Palazzi che si affacciano su di essa che hanno un fascino tale da lasciarti estasiato. Questa città conquista già solo passeggiando nel centro storico tra i suoi incantevoli edifici medievali e rinascimentali, molti dei quali affrescati con disegni di arazzi sulle pareti esterne che sono testimonianza di quanta storia sia trascorsa in queste strade.
Piazza dei Signori è un magnifico esempio di quanto sia stata fiorente l’età comunale di questa città.
È la piazza più importante di Treviso e quella maggiormente vissuta dai trevisani che si ritrovano nei numerosi bar e locali che si affacciano su di essa.

La piazza, chiamata così per via della presenza dei palazzi dell'antica Signoria trevigiana, un tempo era chiamata "Maggiore", "delle Catene" o "della Berlina", in quanto era il luogo dove veniva praticata la punizione della pubblica umiliazione.

Sulla piazza si affacciano alcuni degli esempi architettonici più belli ed importanti della città come: Palazzo del Podestà, la Torre Civica, che era sede della Signoria e il Palazzo dei Trecento, antica sede del Maggior Consiglio.
Infine ad ovest è ubicato il Palazzo Pretorio con la sua facciata del '600.

CALMAGGIORE E LA FONTANA DELLE TETTE A TREVISO

Il Calmaggiore, dal latino callis maior strada maggiore, o per meglio dire, Via Calmaggiore è la strada di Treviso più conosciuta e più importante del centro storico.
Collega i due punti nevralgici del potere trevigiano, quello spirituale con la Cattedrale di Piazza del Duomo e quello politico e temporale con il Palazzo della Signoria, oggi dei Trecento.
Nella via, si alternano sotto i portici, moderne boutiques e botteghe tipiche, ai palazzi affrescati sia nelle facciate che all’interno dei portici.
Ancora oggi è possibile ammirare in questo “ cardo maximus” della Tarvisium romana, i resti dell’antica strada e della fortezza, negli scavi il cui ingresso si trova presso gli scantinati del negozio ‘Argenteria Marza’, dove è possibile visitare una piccola area archeologica ipogea.

Se si attraversa la piccola Galleria della Strada Romana, nel cortile di Palazzo Zignoli accanto a Via Calmaggiore, c’è la copia, realizzata nel 1989 dallo scultore peruviano Miguel Miranda Quinones, della famosa Fontana delle Tette, diventata ormai uno dei simboli della città di Treviso. L’originale, molto danneggiato, è stato spostato in una teca di vetro nella Loggia dei Cavalieri, sotto il portico del Palazzo dei Trecento. Fu edificata nel 1559 su ordine di Alvise Da Ponte, podestà della Repubblica di Venezia, per combattere una forte siccità che colpì la città di Treviso e la campagna circostante.
Questa statua femminile, dalla sua costruzione fino al 1798, in occasione dei festeggiamenti di un nuovo podestà, spillava dai suoi seni vino bianco e rosso che la popolazione era libera di bere a piacimento per tre giorni di fila.
Danneggiata dalle truppe napoleoniche che la vedevano come l’emblema del potere locale, andò persa fino a quando non venne recuperata dall'abate Luigi Bailo e posta all’interno del Museo Casa da Noal. Simbolo materno di una città che nutre i propri figli, nonostante dai suoi seni sgorghi solo acqua, è ancora oggi meta turistica molto ambita per una questione scaramantica: sembra infatti che toccare entrambe le tette sia di buon augurio.

LA CHIESA DI SAN NICOLÒ

La Chiesa di San Nicolò è l’edificio religioso più grande di Treviso, che ha dimensioni più grandi del Duomo di Treviso. La chiesa si trova in pieno centro storico, nella zona sud-occidentale. Quest’area è relativamente nuova e non fa parte della Treviso storica, in quanto fu ricostruita in gran parte dopo i gravi danneggiamenti subiti dai bombardamenti del 1944. La struttura dell’edificio è composta, oltre che dalla Chiesa di San Nicolò, anche dall’ex convento dei domenicani.
La storia della Chiesa di San Nicolò inizia nel 1221 proprio con l’arrivo di questo ordine di frati a Treviso, che beneficiarono di un contributo pubblico di 500 lire per costruire chiesa e convento. I dominicani acquistarono l’intera area, dove sembra che sorgesse già una cappella dedicata a San Nicola.
Le prime testimonianze della sua consacrazione sono della fine del XIII° secolo, stesso periodo in cui, all’interno della Chiesa di San Nicolò, muoveva i suoi primi passi da sacerdote Nicolò Bocassino, meglio conosciuto come papa Benedetto XI, la cui carriera religiosa raggiunse il livello più alto in Ungheria. La leggenda narra che, una volta divenuto papa, i successivi e i cospicui contributi ai lavori di perfezionamento della Chiesa facessero parte di un disegno più grande, che non riuscì mai a realizzare, quello di spostare la sede pontificia a Treviso. Con le sue forme proiettate verso l’alto, la chiesa è in perfetto stile gotico dove spiccano, sulle colonne, gli affreschi di Tommaso da Modena, raffiguranti San Girolamo, Sant'Agnese e San Romualdo.
La pianta della chiesa è a croce latina è divisa in tre grandi navate, a ognuna delle quali corrisponde un abside e cinque cappelle terminali con 12 colonne.
Nonostante la Chiesa di San Nicolò abbia delle dimensioni imponenti, possiede anche un’ottima acustica e per questo spesso è sede di concerti di musica classica.

bottom of page